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36 storia d'italia

distruzione non solo della impresa ma di tutto lo stato della lega; perché era sí certo vi sarebbeno rotti che, non ci avendo una minima dubitazione, non voleva disputarla con alcuno; con ciò sia che gl’imperiali avevano la sera medesima piantato uno sagro tra porta Romana e porta Tosa, che batteva per fianco lo alloggiamento pericolosissimo de’ fanti de’ viniziani, e che la notte medesima ne pianterebbono degli altri, e come fusse il giorno, fatto dare all’arme, e necessitato l’esercito a mettersi in ordinanza, lo batterebbeno per fianco, e cosí disordinatolo, usciti fuora ad assaltarlo, lo romperebbeno con grandissima facilitá: dolergli che la brevitá del tempo, e lo essere nell’esercito suo molto maggiori impedimenti di artiglierie e di munizioni che nello esercito ecclesiastico, l’avesse costretto a cominciare prima a levarsi che a comunicarlo con loro; ma ne’ partiti che si pigliano per necessitá essere superfluo il fare escusazione: avere fatto maggiore esperienza che avesse fatto mai capitano alcuno, essendosi messo di cammino a dare lo assalto a Milano; bisognare ora usare la prudenza, né disperare, per la ritirata, della vittoria della impresa: essersi Prospero Colonna, e con forse manco giuste cagioni, levato da Parma giá mezza presa; e nondimeno avere poco poi gloriosamente acquistato tutto il ducato di Milano: confortare gli ecclesiastici a seguitare la sua deliberazione, né differire il levarsi; perché replicava loro di nuovo che, trovandogli il sole in quello alloggiamento, resterebbeno rotti senza rimedio; e che però ciascuno ritornasse allo alloggiamento di San Martino. Rispose il luogotenente che, benché ciascuno pensasse le deliberazioni sue essere fatte con somma prudenza, nondimeno che nessuno di quegli capitani conosceva cagione che necessitasse a levarsi con tanta prestezza; e ridurgli in memoria quel che, veduta la ritirata loro, farebbe il duca di Milano disperato di essere soccorso; quanto animo perderebbeno il pontefice e i viniziani, e le imaginazioni che per la declinazione delle imprese, massime ne’ princípi, sogliono nascere nelle menti de’ príncipi; potersi, se lo alloggiamento fatto disordinatamente era causa di tanto pericolo,