Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/211

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loro mostrava questo animo; e però essere necessario prevenire ed assicurarsene in modo, col restituire e’ Panciatichi alla patria ed alle facultá, che piú non s’avessi da dubitarne. Avevano e’ Cancellieri moltissimi fautori; una parte naturalmente; una parte di quegli erano stati inimici de’ Medici, e’ quali odiavano e’ Panciatichi perché Lorenzo e la casa de’ Medici gli aveva sempre favoriti; una parte di quegli erano stati inimici de’ Vitelli, perché una sorella di Paolo e di Vitellozzo era maritata a uno figliuolo di Niccolaio Bracciolini, uno de’ capi panciatichi, e per questo rispetto e’ Vitelli avevano sempre dato favore a quella parte. Eranne capi messer Guidantonio Vespucci, Bernardo Rucellai, messer Francesco Gualterotti, Giovan Batista Ridolfi, Guglielmo de’ Pazzi, e’ Nerli, Lorenzo di Pierfrancesco, Luca d’Antonio degli Albizzi, Iacopo Pandolfini; de’ quali, Giovan Batista Ridolfi se ne portò sempre costumatissimamente, messer Guido e Bernardo Rucellai se ne scopersono in modo che n’ebbono grandissimo carico, e fu dal popolo imputato a loro in gran parte questo disordine.

Ingegnavansi di giustificare le cose fatte da’ Cancellieri essere state per difetto e colpa de’ Panciatichi, e che loro avevano dato principio a questo movimento, e però giustamente essere tornato loro in capo; scusavano la disubbidienzia, la quale non si era usata con animo deliberato, né contro al publico e segni o iurisdizione della cittá nostra, ma in sulla furia e contro a’ loro inimici; mostravano che sendo e’ Panciatichi stati favoriti da’ Medici e Vitelli nostri rubelli, erano amici degli inimici nostri, e però essere da vezzeggiare e’ Cancellieri acciò che non lasciassino gli inimici nostri alterarci lo stato di Pistoia. Conchiudevano che quando e’ fussi l’utile della cittá procedere contro a’ Cancellieri, che si voleva considerare se si poteva fare: essere Pistoia nelle mani loro, noi trovarci sanza arme, sanza forze, sanza riputazione e sanza danari; e però essere pericolo che, veduto lo animo nostro, non prevenissino e si ribellassino; consigliare loro che si cercassi colle ragione, co’ conforti e modi buoni posare queste