Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/260

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Vitellozzo, el quale era uomo si inquieto e di tale riputazione co’ soldati ed appoggiato in modo da quella fazione Orsini, Pandolfo e Baglioni, che e’ bisognava fare conto che, non si reconciliando o non si spegnendo, avessi a tenere la cittá in continui sospetti ed affanni; la potenzia ed ambizione del papa e duca Valentino, che era da temere assai rispetto alle forze grandissime della Chiesa e la vicinitá degli stati di Romagna con noi; lo essere el Valentino uomo valente ed in sulle arme, e tanto piú quanto per le cose di Pisa la cittá nostra era debole e conquassata; questi erano e’ mali che piú si vedevano e palpavano per ognuno. Aggiugnevasi lo stato grande de’ viniziani, e’ quali se bene allora non offendevano né cercavano di offendere la cittá, pure s’aveva a considerare che erano si grandi, che perdendo o per morte o per altro caso el re di p rancia el dominio di Milano e del reame, Italia tutta rimaneva in preda ed a loro discrezione. E dato che questo male lussi si grande che la cittá da sé non vi potessi riparare, pure aveva a pensare rii fare lo sforzo suo, e con lo incitare contro a loro el re di Francia, e con tenere le mani in sulle cose di Romagna, se mai per morte del papa o per altro accidente si alterassino. Eraci da stimare assai le cose di Francia, colle quali la cittá pareva in buoni termini, e che el re e monsignore di Roano, in chi era el pondo d’ogni cosa, ci fussi affezionato; pure s’aveva a presupporre che la avarizia, la leggerezza loro ed el rispetto che hanno a se medesimi era tanto, che di loro s’aveva a cavare piú briga, piu spesa sanza comparazione, che utile.

Trovavansi in questi termini le cose nostre; e perché piu si mescolavano allora e’ signori collegati ed el Valentino che altra cosa di Italia, però gli animi ed e’ pensieri di tutti erano vólti a quelle. El subito acquisto dello stato di Urbino, e la riputazione che aveva massime Vitellozzo, avevano tanto sbigottito el Valentino, che si trovava in Imola, ed e’ sudditi sua, che è opinione che se subito fussino andati alla volta di Romagna, arebbono fatto in quello stato qualche grande sdrucito, e forse riportatane una assoluta ed intera vittoria;