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che formavano le portelle del secondo organo1. L’ammanieratissima tavola, che vien dietro, aventa il Battista, e sant’Eustachio è di Francesco Fontebasso, e le due seguenti dei santi Ermagora e Fortunato, e del Crocefisso sono del Tiepolo prelodato. La probatica piscina, e la risurrezion di Lazaro dell’Amalteo veggonsi nel fondo della navata, e il rovescio costituiscono dell’altro sovraccitato. Sopra la porta maggiore stassi la statua equestre dorata del capitano Daniele Antonini, che oltre d’aver, come notammo, nel pubblico palazzo il busto erettogli dalla città, ebbe del riconoscente senato l’onor della statua nella cattedrale, l’anno 16172. L’una delle vasche per l’acqua santa merita qualche osservazione per le buone sculture ond’è adorna, dell’aureo cinquecento. Passando all’altra navata s’offre primo Maffeo da Verona, che in due quadri condusse lo sposalizio di Maria vergine, e il transito del santo di lei sposo. Pellegrino, e Giovanni Martini vennero quivi al paragon de’ pennelli. Dell’uno è la primiera tavola con san Marco, e la seconda con san Giuseppe dell’altro. La vittoria, che Pellegrino riportò, più non ravvisasi, attesi i molti ridipinti, cui è aodato soggetto, e per essere le tavole predette amendue mutilate nel rifacimento del duomo3. Forman parò basamento alla pala di Pellegrino, non tocchi ancora, due graziosissimi quadretti, di cui l’uno la fuga in

  1. Storia 224.
  2. Palladio historie p. 2. pag. 256. La patria del Friuli sec. 30. Capodagli 184, e Moisesso Historia dell’ultima guerra nel Friuli, Venezia 1623 pag. 82. dove nell’uno e nell’altro vi è l’iscrizione che sta dissotto a questo monumento.
  3. Storia 180.