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D’UDINE 25

Egitto, e l’altro esprime l’adorazion dei pastori. Finalmente l’altare delle Reliquie di architettura del trivigiano conte Francesco Riccati, con ai lati due dottori della chiesa, sufficienti statue, lavoro di scarpel veneziano, non però ammanierato, ha il soffitto, dove effigiati stan molti santi di Pierantonio Novelli. Questi, senza curarsi granfatto della verità del disegno, e del colorito per facile modo ed armonico lo improvvisò. Il medesimo figurò pure i santi Nicolò e Girolamo nell’altro altare, in cui leggesi inscritto il suo nome, e il millesimo 1791, essendo la prima eseguita un anno innanzi1. In ambe queste navate i soffitti in ogni cappella variati sono eccellentemente coloriti da Andrea Urbanis di Padova. Lo stile ad ogni modo più si converrebbe ad appartamento profano, che a chiesa. Gli altari candidi e uguali, ma soverchiamento pesanti, sono scolpiti dal Massari.

Nella seconda delle moltiplici sagristie, in cui rinviensi la statua della Vergine del Torretti, Pietro Antonio Novelli condusse il soffitto e i laterali, quello a colori, questi a chiaroscuro. Quello raffigura la Religione cogli evangelisti; in questi i fasti della chiesa aquilejese riscontransi espressi2. La prospettiva

  1. Lettera del pittore stesso esistente nei manoscritti di monsignor Renaldis.
  2. Siccome i fasti della chiesa aquilejense non sono generalmente noti, così daremo dietro la lettera, qui sopra citata, la loro spiegazione. Nel primo ripartimento adunque si rappresenta la consecrazione di sant’Ermagora, nel secondo san Valeriano vescovo d’Aquileja, che presiede a un concilio. Il terzo ha san Cromazio, che predica. Il quarto Carlo magno in conferenza con san Paolino; il quinto il