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LXXXIX

Per la morte di lei anche la natura è in lutto.

Tra’ nugoli si sta Febo sepolto
nel bel segno che a l’anno apre la porta;
il verde mese, in crudel verno vólto,
rigida neve e non viole apporta;
la terra e ’l ciel con disusato vólto
ci fa sentir che la bell’aura è morta:
e paion dir: — Che piú sperate ornai?
primavera per voi non verrá mai.

XC


Parla, sulla tomba di lei, la statua.

— La dotta man che in questa pietra volse
far de le mie belezze eterna fede,
quanto può l’arte in sé tutto raccolse
e mise in opra, e tanto in me si vede ;
ma giá non giunse a quel che morte sciolse,
ch’ogni scarpello a la natura cede:
ma, se son tal, cosi di sensi priva,
beati gli occhi che mi vider viva!

XCI


Nel terzo anniversario della morte.

Splenderá dunque il sol, vedendo a terra
giá tre volte cader l’amata pianta?
sará l’aer seren, poscia che serra
un marmo vii questa dolce aura santa?
senza costei piú fiorirá la terra,
se bianca gonna in verde april s’ammanta?
Sospiriam dunque il dipartir di Laura,
mentre fra noi di vita alberga l’aura.