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BARRIERA ARETINA. 5

e varj Santi di Francesco Morandini da Poppi ed un’altra tavola raffigurante l’Annunziazione di Gio. Battista Paggi genovese (sec. XVI-XVII).

Nella cappella del Sacramento, che servì già di sagrestia, è sull’altare un bellissimo tabernacolo in marmo, scultura di Benedetto da Rovezzano.

Nella stanza che precede l’attuale sagrestia e che fu già una cappella della chiesa, sono stati ritrovati nelle pareti e nella volta resti d’importanti affreschi del XIV e XV secolo. La sagrestia attuale occupa la sala dell’antico Capitolo monastico. Fra gli oggetti che in essa si conservano, sono degni di ricordo: un busto di S. Giovanni Gualberto, stucco colorito del XVI secolo, una pace, squisito lavoro di oreficeria fiorentina del XV secolo, il reliquiario di S. Umiltà, opera del XV e XVI secolo.

La Canonica, che occupa parte dell’antico convento, è importante per il bel chiostro a logge con pilastri del XIV secolo. Le pareti e le volte del chiostro erano un giorno tutte decorate di affreschi del XIV secolo dei quali si sono messi in luce alcuni resti. Sopra ad una porta che da accesso ad una scala è un affresco colla Madonna e il bambino della maniera dei Gaddi. Sopra alla porta del Capitolo, oggi sagrestia, di forma elegantissima, fiancheggiata da due caratteristiche finestre bifore, è un bassorilievo a forma di lunetta con S. Giovanni Gualberto fra due monaci inginocchiati, pregevole opera di Benedetto da Rovezzano.

Cenacolo di S. Salvi. (Biglietto d’ingresso Cent. 25). — Una parte dell’antico monastero di S. Salvi, di proprietà del Governo, costituisce oggi una specie di piccolo Museo del quale è massimo adornamento l’affresco d’Andrea Del Sarto rappresentante la cena di Gesù Cristo, che occupa una delle pareti minori dell’ampio refettorio. Il dipinto fu commesso ad Andrea il 15 giugno 1519 dall’abate Panichi. Lungo le altre pareti sono disposti molti dipinti della scuola d’Andrea e di altri pittori fiorentini del XVI secolo. Alcune di queste tavole servirono di sportelli agli armadi della stanza del tesoretto e di altre sale di Palazzo Vecchio, quand’esso era residenza dei Granduchi Medicei.