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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/182

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148 I DINTORNI DI FIRENZE.

Belvedere. - Villa delle Suore Clarisse. — Il nomignolo, comune ad altre ville vicine, vale di per se stesso a dimostrare la splendida situazione sua, sul colle fiesolano di prospetto a Firenze ed all’ampio panorama che abbraccia una vasta parte della Toscana. Nel XV secolo la villa era di un Francesco di Leone, dal quale la comprarono i Sassetti per rivenderla nel 1516 a Filippo e Michelangelo Baroni. Sempre per compra, andò nel 1534 nei Capponi, nel 1574 nei Mini e da Francesco Mini l'ebbero in eredità Jacopo Ligozzi valentissimo pittore e Piero di lui fratello, i quali la rivenderono nel 1660 ai Feducci. Nel 1663 era dei Salvi, che la lasciarono ai Frati di S. Domenico di Fiesole, da’ quali la comprarono nel 1720 i Pini, per rivenderla nel 1769 ai Baldigiani della Rocca a S. Casciano. La villa servì di dimora alla famosa Maria Stella Chiappini, il nome della quale è noto per la curiosa leggenda relativa alla nascita dell’ultimo Re di Francia.

I Cappelli e i Cappelli alti. — Sotto questi nomignoli derivati dai possessi di una famiglia fìesolana di questo nome, sono sul colle di Belvedere due gruppi di case, alcune delle quali conservano tuttora il loro originale e pittoresco carattere medievale.

Chiesa di S. Apollinare. — È un oratorio di modesta importanza e privo di pregi artistici che sorge sulla collina a levante di Fiesole, chiamata di Belvedere. In origine fu una piccola parrocchia suburbana, inalzata sui fondamenti delle mura etrusche che da questo lato circondavano la vetusta città. Soppressa la parrocchia, l'oratorio fu dato al Capitolo di Fiesole. Troviamo ricordo che nel 1444 la chiesa minacciava rovina, talché i Canonici la dettero in feudo ad Antonio di Ser Marco Picchini canonico di Firenze e di Fiesole e pievano di Cercina, perchè la restaurasse, come fece difatti. Dopo di lui, l'ebbero i Rossi scultori fiesolani e nel 1631, insieme ad altri beni vicini, l'acquistava Monsignor Celso Zani desolano, vescovo di Città della Pieve. Ultimamente cotesti beni, colla cappella, furono Carobbi, poi Martini ed oggi appartengono al cav. Edlmann.