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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/223

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BARRIERA DEL PONTE ROSSO. 181

ricca di decorazioni di carattere barocco. Nell’altar maggiore fu incorporato l'antico tabernacolo nel quale si conserva una tavola di maniera Giottesca rappresentante la Madonna seduta in trono col bambino Gesù ed ai lati S. Giovan Battista e S. Lorenzo, o piuttosto S. Leonardo: ai piedi del trono è la figura orante di un giovinetto. All'oratorio del Sasso convengono annualmente numerose compagnie per fare offerte ed un giorno anche i sovrani di Toscana e non pochi principi stranieri vi si recavano in devoto pellegrinaggio.

Via Bolognese.

Il Pellegrino. — Con questo nome si suoleva indicare il borgo di case che per un buon tratto fiancheggia la via Bolognese, oltrepassato appena il Ponte Rosso, come pure l'estrema parte de’ colli di Montughi che declina lentamente verso S. Marco Vecchio e la Via Faentina. Varj scrittori di cose fiorentine hanno supposto che il nome di Pellegrino avesse origine da un piccolo spedaletto esistente a metà della salita e dedicato alla SS. Annunziata; ma l'origine del nome è differente e deve ricercarsi invece in un altro stabilimento ospitaliero ben più importante e più noto che esisteva nel luogo dove sono oggi il Noviziato e la chiesa dei Padri Scolopi.

Quel nome fu adottato anche da un comune abbastanza esteso e popolato che venne costituito nel 1810 staccando diverse parrocchie poste attorno a Firenze dai limitrofi e più antichi comuni di Fiesole e di Sesto. Cotesto comune, al quale mancava un capoluogo, venne soppresso con decreto del 28 luglio 1865 ed il suo territorio in molta parte concesso al comune di Firenze che usciva allora appena fuori delle mura ed in parte restituito ai due comuni che avevano contribuito alla sua costituzione.

Fino al 1865 la Cancelleria dei Comuni di Fiesole, Pellegrino, Sesto e Brozzi ebbe per sua residenza il locale di una Compagnia della SS. Annunziata al Pellegrino che si era sostituita ad uno de’ tanti spedaletti creati lungo le vie più frequentate. La compagnia, che era stata soppressa come tante altre a tempo di Leopoldo I, aveva un locale