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282 | I DINTORNI DI FIRENZE. |
dando ai frati quanto occorreva per costruire una cappella e lasciando la villa a Boccaccio. Nel 1364 i figli di Boccaccio coi loro contadini, furono quivi assaliti dalle milizie inglesi dell'Aguto, ma si difesero con tanto valore, tempestarono talmente di strali e di pietre i nemici, che essi scornati dovettero ritirarsi senza esser riusciti ad impadronirsi del modesto fortilizio.
Nel 1427 la Petraja era in possesso dell’opulento e celebre cittadino Palla di Noferi Strozzi e più tardi gli venne confiscata e posta fra i beni dei ribelli. Benedetto d’Antonio Salutati la comprava nel 1468 per 23,070 scudi.
Il Cardinale Ferdinando de’ Medici, che fu poi Granduca, ne faceva acquisto il 24 gennajo 1575 da Lisabetta d’Antonio Tornabuoni vedova di Antonio di Filippo Salutati. Entrata in casa Medici, non uscì più dal possesso dei Granduchi di Toscana e dopo il 1859 passava fra i beni della lista civile italiana. Bernardo Buontalenti per incarico dei Medici adornò la villa in modo splendido e vari altri insigni artisti la decorarono delle loro opere. Il Volterrano fra gli altri eseguì nella villa molti affreschi.
Re Vittorio Emanuele II faceva restaurare completamente la Petraja, divenuta per lui dimora favorita ed il pittore Prof. Gaetano Bianchi scopriva e riparava i molti e deperiti affreschi del cortile che erano stati barbaramente imbiancati.
Gli affreschi della Petraja hanno un interesse speciale per la storia della Toscana e della famiglia Medicea, giacché rappresentano molti ritratti di personaggi e ritraggono in grandi proporzioni battaglie ed altri importanti avvenimenti svoltisi specialmente durante il granducato di Cosimo I. Fu quindi opportunissimo il pensiero di Vittorio Emanuele II di rimetterli in vista e di assicurarne nel miglior modo possibile la conservazione. Nella cappella privata della villa, sono degli affreschi del Poccetti ed una tavola colla Sacra Famiglia attribuita ad Andrea Del Sarto. L’ampio parco che si distende attorno alla villa della Petraja e che si collega coi giardini della vicina villa Reale di Castello fu creato dal Tribolo che anche in questo luogo sfoggiò tutto il suo squisito ed