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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/344

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294 I DINTORNI DI FIRENZE.

Molte ed importanti ville si trovano nel territorio di Quinto; ma un numero assai maggiore ve n’era in antico, giacché molte di esse vennero ridotte ad uso di case coloniche.

Accenniamo pertanto alle principali che sono sparse in questa pittoresca e florida contrada.

Poggio o San Poteto. - Villa Baldini. — Le prime memorie raccolte intorno a questa località, che certo ebbe nome dall’antica cappella dedicata a San Poteto, nome appartenuto anche ad altri vicini edifizj, sono dell’inizio del XV secolo, quando la casa di San Poteto spettava ai figli del celebre medico Messer Ugolino da Montecatini. Sul finire di quello stesso secolo era passata in proprietà di Lorenzo Petrucci, appartenente ad un’antica famiglia che aveva le sue case in via della Scala. Nel 1553, di luglio, Messer Griovan Francesco d’Alessandro Petrucci la vendè ad Antonio di Raffaello Torrigiani, famiglia che anche in epoca più remota aveva avuto dei beni nel popolo di Quinto e nel giugno del 1659 il Senatore Carlo di Raffaello Torrigiani la rivendeva al Cav. Benedetto Dragomanni. I Dragomanni accrebbero ed abbellirono la villa; ma essa fu totalmente ricostruita nel 1831 dal Principe Cammillo Borghese che l’aveva comprata verso il 1820 intitolandola «Paolina» dal nome della moglie Principessa Bonaparte.

Egli la corredò delle splendide decorazioni che tuttora la fanno bella e di un elegantissimo giardino dove sono un bel ponte di ferro sospeso e gran copia di fontane. Nel 1844 la villa fu acquistata dai Conti Baldini che ancora ne sono in possesso.

Fra le opere d’arte che a decorazione della villa vennero ordinate dal Principe Borghese e che tuttora vi sono mantenute con ogni cura, sono da ricordarsi gli affreschi del Bezzuoli nella galleria, un gruppo del Pozzi e molti bassorilievi di Aristodemo Costoli.

San Poteto. - Casa Baldini. — Fu un giorno casa da signore anche l'edifizio che sorge in mezzo ai giardini, sull’opposto lato della via, sormontato da una torricella dov’è l'orologio. Appartenne ai Petrucci dei quali si vede