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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/345

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BARRIERA DEL PONTE ALL’ASSE. 295

lo stemma scolpito in un ricco ad elegante camino di pietra del XV secolo, e seguì le sorti della villa precedente della quale divenne in seguito un annesso.

Ai Muli o La Mula a San Poteto. - Villa De’ Pazzi. — Possesso antico dei Pescioni, passò nel xv secolo per una parte nei Pedoni e restò così diviso anche nel secolo successivo. Più tardi, a’ primi del XVII secolo, agli antichi proprietarj erano sottentrati le Monache di Faenza e gli Strozzi. Questi che possedevano la villa, denunciavano agli ufficiali della Decima che era in rovina; ma successivamente la riedificavano.

Via Erbosa o la Petrosa. - Villa Manfredi. — Questa villa di grandioso carattere del XVII secolo esiste fino da tempo remoto. Da un documento del 1340 rileviamo come la località detta Via Erbosa appartenesse in antico alla famiglia Cappelli, giacché Barone del quondam Barone di Cappello approva la vendita fatta da’ suoi figli di un pezzo di terra con due case in luogo detto Via Erbosa a Niccolò del fu Andrea del popolo di S. Michele Berteldi. Nel secolo successivo la casa da signore è in possesso di una famiglia Galli che abitava Oltrarno nel gonfalone della Ferza, e che ne è padrona anche alla fine del XVI secolo. Nel 1652 i figli di Luigi d’Alessandro Strozzi acquistano il possesso nel quale dicono esistere una casa da oste in rovina. La villa fu perciò ricostruita e ridotta alle proporzioni ed al carattere presente dalla famiglia Strozzi del ramo detto dello Strozzino. All’estinzione di questo ramo pervenne nei Saniminiatelli che la vendevano ai Corsi.

La Pergola, oggi le Pergole. - Villa Tognozzi-Moreni. — La famiglia Bartolini-Salimbeni ebbe fra i suoi antichi possessi questa ed altre case da signore con vasta estensione di terre nel popolo di Quinto. La villa della Pergola, che in antico si diceva a Bogliole, venne venduta alla metà del XV secolo a Leonardo di Bartolommeo Bartolini da Antonio e Domenico di Piero del gonfalone delle Chiavi. I Bartolini possedettero lungamente questa villa che arricchirono di belle decorazioni di pietrame, servendosi probabilmente dell’opera di Baccio d’Agnolo, il loro architetto