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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/372

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322 I DINTORNI DI FIRENZE.

Altre ville possedettero le famiglie: Lioni, Lapi, Uguccioni, Micceri, Lapaccini, Rondinelli ecc.

Discendendo da Querceto nella via Pistojese, occorre, prima di proseguire oltre, soffermarsi brevemente ad un’ultima frazione estrema del comune di Sesto.

Padule. — È un villaggio posto a ponente da Sesto in una pianura che per essere stata un giorno paludosa a causa delle acque stagnanti che vi scendevano dai poggi vicini, conserva nella sua denominazione il ricordo delle sue antiche condizioni.

Nel centro del villaggio, e ridotte oggi a case da pigionali, sono due antiche ville con torre che furono in epoca lontana dei Lanfredini e dei Sanguigni. Una di queste, oggi casa colonica Sguanci, appartenne al celebre vescovo Scipione Ricci. Ebbero anche possessi nel popolo di Padule Lemmo Balducci fondatore dello spedale di S. Matteo, i Del Forese e i Benintendi.

Chiesa di S. Maria e S. Bartolommeo a Padule. — La chiesa è di origine antichissima e della sua primitiva struttura conserva tracce nella parte esterna e specialmente nella facciata, dove la porta ha un arco a cunei di marmi bianchi e neri che fu rimesso in vita nei restauri eseguiti l’anno 1889. Nella lunetta sopra la porta è un affresco del XV secolo rappresentante la Madonna col bambino Gesù ed i Santi Bartolommeo e Lucia. A destra della porta è un altro affresco nel quale veggonsi i Santi Bartolommeo, Giovan Battista e Agostino, opera della maniera del Gozzoli e forse di Giusto d’Andrea. L’interno è totalmente rimodernato, nè presenta importanza artistica di sorta. Due chiese furono in antico in questa località e dalla loro riunione venne alla chiesa attuale il doppio titolo di S. Maria e S. Bartolommeo. La chiesa di Padule è ricordata in documenti di epoca remota, tanto che si trova com’essa nel 1024 fosse dal Vescovo Ildebrando donata alla Badia di S. Miniato al Monte. Il patronato di essa spettava in parte ai popolani e nel 1430 si sa che essi ne avevano la metà, mentre il resto di tali diritti spettava ai figli dì Francesco di Bartolo Sanguigni che avevano beni nel territorio della