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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/53

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BARRIERA SETTIGNANESE. 35

Messer Bivigliano Baroncelli soppresse nel 1370 il monastero e lo riunì a quello della Regina del Cielo (detto poi di Chiarito o delle Ammantellate) in via S. Gallo. I Baroncelli però conservarono il diritto di patronato sul monastero di via S. Gallo e sull’antica chiesetta che prima fu eretta in parrocchia, e poi ridotta a semplice oratorio.

Oggi l’oratorio è di proprietà dell’Istituto Evangelico Ferretti.

Palagio o il Rondinello. - Istituto Evangelico Ferretti. —

Villa di antichissima origine che sorge di fianco all’oratorio di S. Bartolo a Gignoro. È di remotissima costruzione, perchè nel 1291 da una pergamena dell’archivio di S. Maria Nuova si rileva come Lapo del quondam Cambio Ghibelli permutasse col rettore di questo Spedale un pezzo di terra con casa grande e altre case, vicino al Monastero di Gignoro, in cambio di altre terre e di una casa grande a S. Maria a Fornello. I Rondinelli ebbero più tardi il possesso di questo luogo al quale dettero il nome loro, mentre nel 1427 la villa era in possesso di Giovanni e Francesco di Giovanni Doffi. Dai Doffi passò poco dopo nei Gherardi, padroni della villa di Poggio Gherardo di qui poco lontana, i quali la rivenderono nel 1496 al conte Rinuccio di Antonio da Marciano. Andò alla fine del secolo stesso in proprietà della famiglia Bonsi la quale la possedette fino al secolo decorso. Da qualche anno è stato qui impiantato l’Istituto Evangelico Ferretti.

Il Pino. - Villa Romanelli. — Questa villa, che è posta lungo la via Settignanese, di fronte ad una cappella modernamente rifatta, era nel 1427 una casa da signore di Giorgio d’Andrea di Tello, dal quale passò per metà in Pagolo di Bernardo Altoviti e per l’altra metà in Messer Niccolò Falcucci medico. Nel 1453 la famiglia Zati comprò la prima metà e nel 1459 l’altra: e dagli Zati, per eredità di Giovan Battista del Senatore Orazio, andò nelle monache di Monticelli ed in quelle delle Murate. Dai due conventi l’acquistò nel 1635 Grazia Canicci e nel 1759 da Cosimo Carucci Fiaschi la comprava Anton-Maria di Gio-