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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/54

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36 I DINTORNI DI FIRENZE.

vanni Carocci. Modernamente la villa fu dei Favi e poi dei Fontebuoni.

Il Pozzolino o Malcantone. - Villa Mercatelli. — Fin da tempo lontano, avevano beni in questo piano i Monaci della Badia di Firenze, i quali venderono nel 1532 a Niccolò di Salvatore Della Vacchia medico una casa da signore con podere che il figlio di lui rivendette nel 1549 al cav. Jacopo di Offredo Offredi. Questi l'alienava nel 1594 a Francesco di Vincenzo Tori dal quale la comprava il 2 settembre 1627 Iacopo di Francesco Rossi da Bergamo. Restò la villa per lunghissimo tempo in possesso di questa famiglia e con altri beni costituì la dote di una commenda dell’Ordine di S. Stefano, fondata nel 1774 dal cav. Giovan-Battista di Iacopo Rossi.

Coverciano. - Villa Pepoli. — Posta in un tratto abbandonato della vecchia via Settignanese, era uno fra i possessi che lo Spedale di S. Maria Nuova aveva fin da tempo remoto nei piani di Gignoro e di Coverciano. Nel 1559 la comprava Piero Da Filicaja e dalla suora Francesca Eletta Da Filicaja pervenne nel 1635 nel monastero dell'Arcangiolo Raffaello in Borgo Frediano. Dieci anni dopo, le monache l'alienarono a Matteo di Giovanni Bonciani appartenente ad una famiglia di Rovezzano che ebbe possessi in una vicina località, chiamata da lei «I Bonciani». Nel 1652 l’acquistò Lucrezia Scarpucci nei Canicci la quale la lasciò in eredità alla famiglia Libri che la possedette fino al secolo scorso.

L’Arcolaio. - Villa Dotti Da Filicaja. — È una villa di elegantissima architettura e di belle proporzioni, tanto che per tradizione si dice edificata col disegno di Michelangiolo per commissione di Caterina Gondi. Però se l’architettura può rammentare certe vigorose ispirazioni michelangiolesche, la tradizione non regge di fronte al fatto che al tempo in cui visse Michelangiolo Buonarroti i Gondi non possedevano ancora questo luogo. Difatti Bernardo Gondi comprava il 16 settembre 1599 dai Giudici della Mercanzia un podere già di Francesco di Giovanni Bonciani che aveva appartenuto prima ai Doffi e poi ai