Pagina:Hoffmann - Racconti II, Milano, 1835.djvu/110

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ogni sorta di figure strane girassero nella caldaja; bentosto esse comparvero più distinte, e tutto ad un tratto dal più profondo della pentola uscì lo studente Anselmo, che sorridendo a Veronica le stese la mano. Essa gridò “Mio Dio! è Anselmo! — è Anselmo!” La vecchia aprì prontamente la chiavica della caldaja, e un torrente di metallo fuso si sparse scintillando in un piccolo stampo ch’ella avea messo per terra. Poi ella si alzò bruscamente e bilanciandosi con selvaggie contorsioni, gridò: “L’opera è compita. — Grazie, mio piccolo. Tu hai fatto bene la sentinella. — Hui! — Hui! Egli viene! — Mordilo bene! mordilo bene!” — Allora un pesante fremito si fece udire in aria; era come se un’aquila immensa discendesse scuotendo le sue ali, ed una voce spaventevole gridò: “Eh! — Eh! — Canaglia che siete! è finito, — è finito. — Ritornate a casa! — Andiamo — amo, — amo, — amo, — amo!” La vecchia si gettò urlando colla faccia per terra; ma Veronica perdette ogni sentimento.

Quando ella ritornò in sè stessa, era giorno avanzato, ed ella si trovava sdra-