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Pagina:Hoffmann - Racconti III, Milano, 1835.djvu/120

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o \ — 120 — mano al saccheggio del castello di Fach.

Andrès raccontò appuntino tutto quello che gli era occorso dalla prima appai'izione dell’ odioso Denner in sua casa, sino al momento dell’ arresto. Ed accusò i se stesso, non senza gran pentimento, d’ essere stato presente a quell’ altra aggressione della cascina per salvare la moglie ed il figlio, e protestò della sua innocenza in quanto alla rapina del castello , trovandosi allora a Francfort.

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In questo si spalancarono gli usci della sala d’ udienza ed Ignazio Denner fu intromesso. Incontrandosi in Andrès si mise a ridere volgendogli queste parole.

— Anche tu compagnone ti sei lasciato accalappiare? Nè ti hanno potuto trar d’ impaccio le preghiere di tua moglie?

I giudici fecero comando a Denner di ripetere le accuse, ed egli dichiarò che il guardacaccia Andrès che gli stava d’ innanzi apparteneva già da cinque anni alla banda, e che la casa di lui era ' il suo miglior covile. Aggiunse che Andrès aveva sempre avuto la sua parte di bottino, benché non avesse adoperate attivamente le mani che un pajo di volte; la prima quando assalirono il caso* — 121