Pagina:Hoffmann - Racconti IV, Milano, 1835.djvu/155

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. —i lS5 — prictà medicinali delle erbe: ma, a questa» scienza, io aggiugneva un dono particolare, quello di leggere nell'avvenire, coinc in uno specchio lontano ed appannato, t predissi spesso involontariamente futuri avvenimenti. Allor che sola mi riT r' • • trovai in Yipegia, pensai servirmi del.1’,arte mia per guadagnare la vita. Sanava in poco tempo i mali più inveterati, c bentosto la mia riputazione si sparse per tutta < la città. La gelosia de’cerretani che vendono pillole’, ed etnpiastri a Rialto ed alla Zecca, si risvegliò. M’ ac.cusarono di patto con Satana, e la moltitudine loro; badava. Venni arrestata e tradotta davanti al tribunale ecclesiastico.

Tonino, quali orribili torture, quanti tormenti 1 Ma li sopportai coraggiosamente.

I miçi capelli incanutirono, il mio corpo piegQS.si, le mani, i piedi divennero simili a que’ d’ una mummia. La corda:* quell’ invenzione diabolica, mi strappò finalmente un consenso la cui rimembranza mi \ ' w » * èi I# • * # * • - , ' ' • ' 1 ♦ v ► ti »

fa, tuttodì rabbrividire. Fui daunata al rogo, ma il terremoto che crollò il palazzo ducale m’ apri le porte della prigione. Io fuggii dalla carcere, attraverso le ruine, simile ad uuo spettro che scappa dalla sepoltura. Ah! Tonino, tu mi eredi \ —• 1