Pagina:I Duelli Mortali Del Secolo XIX, Battistelli, 1899.djvu/139

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28 agosto 1864. Lassalle. — È proprio vero che, quando il diavolo ci ficca le corna, tutto va a ruzzoloni.

Guardate il povero Lassalle, l’eminente e mite socialista. Affranto, abbattuto nell’animo e nel fisico, riposa a Rigi Karlsbad per curare lo spirito e il corpo ed invece della pace, del benessere, della vita, vi trova l’inferno e la morte.

Il 20 luglio del 1864, mentre se ne stava tranquillamente scrivendo, gli annunziano la visita di una giovane signora, che insiste per vederlo.

Lassalle, meravigliato, ordina di lasciarla passare. Agli occhi del celebre socialista appare una creatura bella tanto, così bella, che Lassalle ne rimane profondamente colpito. Era la giovane Elena von Dönniges, figlia di una splendida donna giudea, unita in matrimonio al Dönniges, diplomatico bavarese, residente nella Svizzera.

Elena von Dönniges era tanto bella da non temere rivalità; ma era anche capricciosa e vana quanto bella, ed era, l’ho detto, bellissima! L’ingegno aveva pronto; l’immaginazione in lei era fervida, lo spirito ella aveva imperioso. Precoce in tutto; all’età di dodici anni ne dimostrava diciannove; giovanissima ancora, quasi fanciulla, fu fidanzata ad un italiano di quarant’anni.

L’atmosfera, che nella fanciullezza e nella gioventù alimentò i polmoni di questa bella Elena, pare non fosse della più pura; certo, non contribuì a conservarle l’innocenza, che rende tanta ammirata e rispettata la vergine; ma in lei sviluppò tendenze civettuole e romantiche aspirazioni.

Lassalle aveva conosciuto la giovane nel 1862 a Berlino, in casa dei parenti della madre di Elena, e lì seppe, che la bellissima von Dönniges era stata fidanzata due o tre volte e in quell’epoca (1862) lo era di bel nuovo ad un nobile vallacco — ancora studente — chiamato Rücowitz, descritto da Elena come un uomo piccolo, nero, bruttissimo, ma sfondatamente ricco! Oh, la ricchezza!...