Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/324

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I Nibelunghi 253

Ho io cotal, che in mano sua dovrìano
Star questi regni tutti. — Oh! come dunque
35Accader ciò potrìa? donna Brünhilde
In mala parte, chè la mia parola
Non pronunciai senza ragione. Allora
Che in pria li vidi1 e volontà del sire
Piegossi all’amor mio, d’ambo cotesto
40Io bene intesi asseverar. E quando
Di cavalier con bel costume vinse
Gunthero l’amor mio, Sifrido istesso
Affermava del prence esser vassallo.
Perciò vassallo anche l’estimo, ratto
45Che ciò intesi da lui asseverarmi.
     Kriemhilde bella così disse allora:
Male adunque m’accadde! Oh! come oprato
Avrìan dunque così li miei fratelli
Nobili e illustri, perch’io donna fossi
50D’uom ch’è vassallo? Deh! Brünhilde mia,
Amicamente di questo i’ ti priego
Che per me sola e per atto cortese

  1. Sifrido e Gunthero.