Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu/306

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I Nibelunghi 665

35Guisa egli udiva favellar, l’eroe,
L’uom sì fedele, riguardava. Il fio
Di ciò pagherai tu! pensava in core.
Tu di’ ch’io son codardo, e la tua fola
Con troppo alta la voce hai detta in corte.
     40Cominciò il pugno a chiudere e a colui
Corse d’un tratto e di sì fiera possa
L’uom degli Unni colpì, che quegli al piede
Tosto gli giacque estinto. Oh! ma di tanto
Allor crescea d’Ètzel re la rancura!
     45Là, tu codardo e vil! disse Rüedgero.
Doglia ed angoscia che mi basti, assai
Ho io davver. Per ch’io qui non combatto,
A che gridando vai? Che se foss’io
Per cagion grave d’alcun odio preso
50Per tali ospiti qui, ciò che poss’io,
Fatto avrei veramente, ove si tolga
Ch’io qui addussi gli eroi. Lor guida fui
Del mio prence alla terra, e questa mia
Mano, infelice assai, pugnar non dee.
     55Disse al margravio allora Ètzel, illustre
Prence e signor: Di qual mai guisa voi,