Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/233

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“Che è?” domandava Renzo. Lucia tutta smarrita taceva e tremava.

“C’è il diavolo in casa,” riprese Menico anelante. “Gli ho veduti io: m’hanno voluto ammazzare: l’ha detto il padre Cristoforo: e anche voi Renzo; ha detto che veniate subito: e poi gli ho veduti io: provvidenza che vi trovo qui tutti: vi dirò poi quando saremo fuori.”

Renzo che era il più in cervello di tutti, pensò che di qua o di là conveniva andar subito, prima che la gente accorresse, e che la più sicura era di fare ciò che Menico consigliava, anzi comandava colla forza d’uno spaventato. Per istrada poi, e fuori del garbuglio e del pericolo, si potrebbe chiedere al garzoncello una spiegazione più chiara. “Cammina innanzi,” gli disse. “Andiamo con lui,” disse alle donne. Si volsero, tirarono in fretta verso la chiesa, attraversarono il sagrato, dove per grazia del cielo, non v’era ancora anima viva, entrarono in una stradetta che passava tra la chiesa e la casa di don Abbondio: alla prima callaietta che trovarono, dentro; e via pei campi.

Non erano forse ancora dilungati un cinquanta passi, quando la gente cominciò a trarre sul sagrato; e ad ogni momento ingrossava. Si