Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/264

Da Wikisource.

257

si credé autorizzata a venirle in soccorso. “Illustrissima signora,” diss’ella, “io posso far buon testimonio che questa mia figlia aveva in odio quel cavaliere, come il diavolo l’acqua santa: voglio dire, il diavolo era egli: ma ella mi perdonerà se parlo male, perchèé noi siamo gente come Dio vuole. Fatto sta che questa povera ragazza era promessa ad un giovine nostro pari, timorato di Dio, e bene avviato; e se il signor curato fosse stato un po’ più un uomo come voglio dir io…. so che parlo di un religioso, ma il padre Cristoforo, amico qui del padre guardiano, è religioso al pari di lui, e quello è un uomo pieno di carità, e se fosse qui, potrebbe attestare.…”

“Siete ben pronta a parlare senza essere interrogata,” interruppe la signora, con un atto altero ed iracondo del volto, che lo fece parer quasi deforme. “Tacete: già lo so che i parenti hanno sempre una risposta preparata in nome dei loro figliuoli!”

Agnese mortificata diede a Lucia una occhiata che voleva dire: vedi quel che mi tocca pel tuo non saper parlare. Il guardiano accennava pure con l’occhio e col muover del capo alla giovine, che quello era il momento

t. i. 17