Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/344

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se e qual cosa si potesse tentare. Fece dunque chiamar tosto quel suo fedele, gli pose in mano i quattro scudi, lo rilodò della abilità con che gli aveva guadagnati, e gli diede ordine che aveva premeditato.

“Signore....” disse tentennando il Griso.

“Che? non ho io parlato chiaro?”

“S’ella potesse mandare qualche altro...”

“Come?”

“Signore illustrissimo, io son pronto a dar la pelle pel mio padrone: e gli è il mio dovere; ma so anche ch’ella non vuole arrischiar troppo la vita dei suoi sudditi.”

“Ebbene?”

“Vossignoria illustrissima sa bene di quelle poche taglie ch’io ho addosso: e.... Qui sono sotto la protezione di Vossignoria; siamo una brigata; il signor podestà è amico di casa; i birri mi portano rispetto; e anch’io..... è cosa che fa poco onore, ma pel quieto vivere.... li tratto da amici. In Milano la livrea di vossignoria è conosciuta; ma in Monza..... vi sono conosciuto io invece. E sa vossignoria che, non dico per vantarmi, chi mi potesse consegnare alla giustizia, o presentar la mia testa, farebbe a un bel colpo? Cento scudi l’uno sull’altro, e la facoltà di liberar due banditi.”

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