Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/19

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e non ce la potranno più dare ad intendere. Viva l’ abbondanza!”

“Vi dico io che tutto questo non serve a nulla,” diceva un altro: è un buco nell’acqua; anzi sarà peggio, se non si fa una buona giustizia. Il pane verrà a buon mercato; ma vi metteranno il tossico, per far morire la povera gente come mosche. Già lo dicono che siam troppi; l’hanno detto nella giunta; e lo so di certo, per averlo inteso io con questi orecchi da una mia comare che è amica d’un parente d’un guattero d’uno di quei signori.”

Cose da non ridirsi diceva colla bocca schiumante un altro, che teneva con una mano un cencio di fazzoletto sui capelli scompigliati e insanguinati. E qualche vicino, come per consolarlo, gli faceva eco.

“Largo, largo, signori, in cortesia: diano il passo, ad un povero padre di famiglia che porta da mangiare a cinque figliuoli. Così diceva uno che veniva barcollando sotto un gran sacco di farina, e ognuno s’ingegnava di ritirarsi per fargli luogo.

“Io?” diceva un altro quasi sotto voce ad un suo compagno: “io me la batto. Son uomo di mondo, e so come vanno queste

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