Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/20

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cose. Codesti gabbiani che fanno ora tanto fracasso, domani o dopo, se ne staranno in casa tutti pieni di paura. Ho già scorti certi visi, certi galantuomini che girano facendo l’indiano, e notano chi c’è e chi non c’è; quando poi tutto è finito, si raccolgono i conti, e a chi tocca, suo danno.”

“Quegli che protegge i fornai” gridava una voce sonora che attrasse l’attenzione di Renzo “è il vicario di provisione.”

“Son tutti birbi, ” diceva un vicino.

“Sì; ma egli è il capo, ” replicava il primo.

Il vicario di provisione, eletto ogn’anno dal governatore in una lista di sei nobili formata dal Consiglio dei decurioni, era il presidente di questo, e del tribunale di provisione; il quale, composto di dodici pur nobili, aveva, con altre attribuzioni, quella principalmente dell’annona. Chi era in un tal posto doveva necessariamente, in tempi di fame e d’ignoranza, esser detto l’autore dei mali: a meno che non avesse fatto ciò che fece Ferrer; cosa che non era nelle sue facoltà, se anche fosse stata nelle sue idee.

“Baroni!” scalmanava un altro “si può far di peggio? sono arrivati fino a dire che il gran cancelliere è un vecchio rimbambito, per torgli il credito, e comandare essi