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Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/256

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“Verrà una donna a portarvi da mangiare,” disse l’innominato; e dettolo, rimase stupito anch’egli come gli fosse venuto in mente un tal ripiego, e come gli fosse nato il bisogno di cercarne uno per rassicurare una donnicciuola.

“E tu,” riprese poi subitamente, rivolto alla vecchia, “falle animo a mangiare, mettila a riposare in questo letto: e se ti vuole in compagnia, bene; altrimenti tu puoi ben dormire una notte sul pavimento. Rincorala, ti dico; tienla allegra. E ch’ella non abbia a lagnarsi di te!”

Così detto, si mosse rapidamente verso la porta. Lucia si levò e corse per rattenerlo a rinnovare la sua preghiera; ma egli era sparito.

“Oh povera me! Chiudete, chiudete tosto.” E udito ch’ebbe le imposte batter l’una contro l’altra, e il paletto scorrere, tornò ad appiattarsi nel suo angolo. “Oh! povera me!” sclamò di nuovo singhiozzando: “chi pregherò ora? Dove sono? Ditemi voi, ditemi per carità, chi è quel signore.... quegli che mi ha parlato?”

Chì è, eh? Chi è? Volete ch’io ve lo dica, io. Aspetta ch’io te lo dica. Perchè vi protegge, avete preso superbia; e volete esser