Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/50

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dell’avvertimento. Egli all’opposto, doveva mostrarsi, per occupare e attirare a sè tutta l’attenzione del pubblico. E per tutta questa gita, come nella prima, fece al mutabile uditorio un’aringa, la più continua nel tempo, e la più sconnessa nel senso che fosse mai; interrompendola però a ogni tanto con qualche parolina spagnuola, che in fretta in fretta si volgeva a susurrar nell’orecchio del suo acquattato compagno. “Sì, signori; pane e giustizia: in castello, in prigione, sotto la mia guardia. Grazie, grazie, mille grazie. No, no; non iscapperà! Por ablandarlos. È troppo giusto; si esaminerà, si vedrà. Anch’io voglio bene a loro signori. Un castigo severo. Esto lo digo por su bien. Una meta giusta, una meta onesta, e castigo agli affamatori. Si tirino da canto, di grazia. Sì, sì; io sono un galantuomo, amico del popolo. Sarà castigato: è vero, è un birbante, uno scellerato. Perdone, usted. La passerà, male, la passerà male.... si està culpable. Sì, sì, li faremo arar dritto i fornai, Viva il re e i buoni milanesi, e i suoi fedelissimi vassalli! Sta fresco, sta fresco. Animo; estamos ya quasi afuera.

Avevano in fatti attraversata la maggiore spessezza, e già erano presso ad uscire del tutto