Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/420

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cide, delle più felici, delle più invidiabili; talchè, se ve l’avessi a contare, vi seccherebbe a morte.

I negozii andavano benone: in sul principio ci fu un po’ d’incaglio, per la scarsezza dei lavoranti e per lo sviamento e le pretensioni dei pochi ch’erano rimasti. Furono publicati ordini che limitavano i prezzi dell’opere: a malgrado di questo aiuto, le cose si ravviarono; perchè alla fine bisogna bene che le si ravviino. Arrivò da Venezia un altro ordine un po’ più discreto: esenzione, per anni dieci, da ogni carico reale e personale ai forestieri che venissero ad abitare in quello stato. Pei nostri fu una nuova cuccagna.

Prima che compiesse l’anno del matrimonio, venne alla luce una bella creatura, e, come se fosse fatto apposta per dar subito opportunità a Renzo di adempiere quella sua magnanima promessa, ella fu una bambina; e potete credere che le fu messo nome Maria. Ne venne poi col tempo non so quanti altri, dell’uno e dell’altro sesso: e Agnese affaccendata a portarli attorno l’un dopo l’altro, chiamandoli cattivacci, e stampando loro in volto de’ baciozzi, che vi lasciavano il bianco per qualche tempo. E furono tutti inclinati a far bene; e Renzo volle che imparas-