Pagina:I ricordi del Capitano D'Arce.djvu/37

Da Wikisource.

Giuramenti di marinaio 27


— Ah, Ginevra! Buona Ginevra! Che pensiero gentile!... che piacere mi hai fatto!...

Era proprio lei, la buona Ginevra, che inaspettatamente veniva a dare il buon viaggio alla sua cara amica che odiava, come Alvise era venuto per me. — Per voi! per vedervi ancora un’ultima volta! — dicevano i suoi occhi nel rapido sguardo che mi rivolse. E bastò per farmi rizzare le orecchie sul vero motivo che aveva condotto Alvise a bordo, e farmi allungare tanto di muso. Però essa era meno imbarazzata di me, che dovevo esser pallido in modo ridicolo. Filava imperturbabile il cinguettìo delle donne che non vogliono dir nulla, con la sua amica, con Alvise — a me rivolse appena qualche parola. — Ah, va via anche lei? Partono tutti! Cosa hanno al Ministero che vi mandano tutti via? — Poi fu colta d’ammirazione pel berrettino da viaggio della signora Maio, un cosino di stoffa eguale al vestito, ch’era un amore, posato bravamente sui bei capelli castani, avvolti nella garza che dava una straordinaria finezza al bel visetto ardito e al mento spiritoso. Si mise ad accomodarne le pieghe con un buffetto che sembrava una carezza, dietro le spalle della sua amica, e intanto mi lanciò pure un’occhiata tremenda. — L’amica