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II.

Primi anni.

(1850)

I dizionari biografici che Angelo De Gubernatis cominciò, pel primo, a metter di moda in Italia e, più tardi, la manìa dei profili per cui ogni persona che avesse sulla coscienza appena appena una pagina di prosa stampata veniva pregata dai critici in trentaduesimo di concedere con i propri connotati anche le sue fedi di nascita e altre generalità: — dizionari e profili, dunque — dicono a tutti ch’io sono nata a Firenze, nel 1850, da Leopoldo Baccini e da Ester Rinaldi: che il mio babbo, già viaggiatore delle due case editrici pratesi Alberghetti e Giachetti, era venuto a stabilirsi a Firenze due o tre anni prima della mia nascita, insieme con la moglie e l’unica figliuoletta Egle, per dirigere la tipografia di Giuseppe Celli. Il Celli, tipo strano d’uomo e di lavoratore, ebbe il suo quarto d’ora di celebrità pel romanzo umoristico dell’Emiliani Giudici, intolato Beppe Arpìa. Questo libro dell’illustre autore della «Storia della letteratura italiana» non si trova più in commercio, credo: ma non sarebbe forse inutile rintracciarlo, non foss’altro per verificare se i rapporti fra autori ed editori fossero, anche allora, così poco cordiali!

Via delle Ruote, la strada in cui nacqui, non è nè larga nè stretta, nè bella, nè brutta: strada di popolo, piena di botteguccie, senza una fisonomia speciale.