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Appena ebbi pronunciate le ultime parole, il vastissimo palcoscenico fu invaso da amici, maestre, scolare mie, alcune degli istituti fiorentini. E tutti mi dissero tenerissime e calde parole di lode che mi commossero, che mi fecero per un momento solo dimenticare i lunghi dolori e le lunghe amarezze della mia povera


    Non solo, oggi, i filosofi, gli scienziati, i romanzieri e i poeti (ohimè! sì, anche i poeti) s’arrabattano per assicurare il trionfo dell’uomo-bestia sull’uomo-anima: ma, ed ecco ciò che più mi sgomenta, anche le donne, le donne gentili, molte delle quali educatrici esimie, ostentano un superbo disprezzo per quanto si riferisce alle facoltà dell’anima e sono giunte a chiamar retorica il sentimento, beghineria la fede.
    Il trionfo dell’intelligenza! Ecco il loro programma! È giusto?
    L’uomo ha della pianta e dell’animale insieme. Avvengono infatti nel nostro corpo, come nell’organismo di un albero, molte operazioni sulle quali la volontà non ha alcun potere: il sangue circola, i capelli crescono, le unghie si allungano, la carne si rinnova; e noi vegetiamo, cresciamo, esistiamo e moriamo senza che la volontà determini o modifichi queste funzioni. Ecco l’uomo-pianta, che certamente, mie gentili maestre, voi avrete studiato nei trattati di zoologia. Ed avrete studiato anche, non è da dubitarsi, l’uomo-animale, che riunisce in sè tutte le tendenze, le passioni, gl’istinti, le intelligenze, di tutti gli esseri organizzati: è più industrioso dell’ape, più crudele della tigre, più accorto della volpe, più vario, più vizioso, più insaziabile di tutti gli animali riuniti insieme; e ciò è così vero che i soli nomi di questi ultimi esprimono i suoi diversi caratteri! Non diciamo forse che il tale è una tigre, il tal’altro un leone, questi una volpe e quegli un coniglio? Parla l’uomo dei suoi affetti, della sua previdenza, della sua memoria? Ecco riprodotte nelle bestie le facoltà o le attitudini di cui si vanta. L’uccello che vola, la rondine che si slancia in mezzo alle fiamme per salvar la nidiata, la volpe, la cui astuzia, sempre nuova, delude la sagacità del bracco, mi rivelano tesori d’immaginazione, d’intelligenza, di tenerezza e di