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Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/530

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parte seconda 453


Capitolo IX.


Il Taoismo.


§ 1. — I letterati e i filosofi della scuola confuciana chiamano tutte le dottrine non conformi alla loro, le quali si professano in Cina, col nome generico di I-tuan, che verrebbe a dire «Precetti o principii opposti alla ragione». Vi comprendono: 1° gl’insegnamenti di Lao-tse, 2° quelli di Cuang-tse, 3° la credenza negl’immortali, e 4° la fede buddhica. In sostanza però, l’eterodossia cinese si può ridurre, al Taoismo e al Buddhismo; inquantochè i primi tre insegnamenti, nominati di sopra, han contribuito tutti insieme a formare l’odierna religione del Tao. Giova non pertanto distinguere in essa i diversi elementi, che la compongono; e non attribuire a Lao-tse le molte pratiche superstiziose e stravaganti, che la deturpano. L’intero sistema taose è il resultato dell’unione di tre dottrine diverse, le quali sono:

La Filosofia e la Metafisica, che hanno per base gli scritti di Lao-tse, di Lieh-tse e di Cuang-tse.

La Magia e l’Alchimia, che ebbero principio con Chi-sung-tse, e progredirono per opera di Wei-Peh-yang, di Siu-she, di Li-shao-kün e d’altri.

La dottrina degl’incantesimi, degli scongiuri, dei sortilegi, che cominciò con Cang-Tao-ling e si continuò per via di Kheu-Khien-ce fino a oggi.

Quest’ultima è relativamente moderna, non risalendo più in là del primo secolo dell’èra nostra. L’Alchimia e la Magia hanno un’origine più antica; e a stare a quel che affermano autori indigeni, eran già praticate prima che venisse al mondo Lao-tse. Ma i seguaci del Tao,