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Il Canzoniere 119

LXIV.

Amore ha bisogno degli strali per ferire. Alla Mencia bastano i begli occhi, gli atti gravi, le dolci parole.


Quanto di te, superbo e crudo Amore,
     Più la mia Donna possa, da vostr’opre
     Si vede chiar. Che tu gli strali adopre
     4Forz’è, se vuoi del mondo esser signore:
Ma senza lei che fai? s’in tuo favore
     Que’ suoi begli occhi vaga non discopre,
     Eterno ghiaccio le tue fiamme copre,
     8Nè sei potente pur scaldar un core.
Ch’Ella per sè con gli occhi, ed atti gravi,
     Con le maniere belle, e parlar dolce
     11Tutt’i mortali infiamma, prende e lega.
E l’alme vinte sì leggiadra molce,
     E fa parer le pene sì soavi.
     14Che teco il mondo a riverirla piega.


V. 2. Vostr’opre, le tue e le sue azioni.

V. 9. Atti gravi, solenni, composti; belle maniere, bei modi, dolci parole come a perfetta gentildonna si conviene. Non si dimentichi che è il tempo in cui il Castiglione detta il Cortegiano, il Della Casa il Galateo, Stefano Guazzo La Civil Conversazione, codificando ed esemplificando le regole della bella cortesia e del bel costume.

V. 14. Teco, con te, o Amore non più — come nel v. 1 — crudele e superbo.


LXV.

Altro son. pastorale; si vedano i componimenti: LVII-LVIII, LIX. Delio lagrima e sospira perchè la Mencia sempre lo fugge.

Come dinanzi al lupo suol fuggire
     Il semplicetto agnel pien di paura,