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164 Matteo Bandello



Vv. 1-2. Snodassi alla mia lingua il nodo, allitterazione. Lo spunto è fornito, al solito, dal Petrarca: «Apri tu padre intenerisci e snoda | Ivi fa che ’l tuo vero | (Qual io mi sia) per la mia lingua s’oda», Canz., CXXVIII, vv. 14-16.

Vv. 4-5. Ardore che m’arde, allitterazione; senza modo, smoderatamente.

V. 8. Saressi, vieto, qui voluto dalla rima, saresti.

V. 10. L’aspra nemica mia, la Mencia gli è arcigna, ribelle, lo disdegna; cfr. Petrarca che spesso dice Laura «...la dolce et amata mia nemica», Canz., CCLIV, v. 2, talvolta anche la chiama: «dolce mia guerriera», Canz., XXI, v. 1. Del resto lo stesso Bandello nel Canto V dei Canti XI, ha questo verso: «Alta nemica mia sì bella bella».

Vv. 14-15. Polo, già osservato che è frase a lui cara, cfr. sonetto XCVII, V. 14, nota.

V. 24. D'ora in ora. Dante dice: «Di voi, quando nel mondo ad ora ad ora», Inf., XV, v. 84, nel senso di assiduità costante.

V. 37. Lasciami, consentimi, col tuo favore, di poter confidare al Mincio.

V. 46. Tranquillo e altiero fiume, attribuisce al Mincio le stesse qualità della Mencia altera e serena.

V. 47. Benaco, già chiamò il Mincio figlio di Benaco nella Canzone XCVIII, V. 9; cfr. ivi, nota.

V. 51. Alte mie voglie. Come Dante, suole temperare il sostantivo di senso non buono con un aggettivo. Voglia designa di solito basso appetito; ma ecco alta che lo nobilita. Altro esempio poco sopra, v. 45, alta mia nemica.

V. 61. Dico, intendo dire, commenta e spiega. È la ripresa che rafforza l’idea; vedi frequenti esempi in Dante: «Dico, che quando l’anima malnata», Inf., V, v. 7, e in Petrarca: «Dico: Se ’n quella etate», Canz., LXXIII, v. 31.

V. 62. I’ qui la vidi prima, sappiamo adunque quale è la località dove la vide la prima volta: sulla riva erbosa e fiorita del Mincio; donde il nome di Mencia. Particolare biografico notevole. Già dicemmo che ciò dovette accadere nel 1515.

V. 67. Pargoletti Amori, spiritelli alati, anche dal Bandelle, come già dai poeti del trecento, personificati.

V. 103. Agghiaccio ed ardo. È l’oraziano sudavit et alsit, in De arte poetica, 413, concetto ripreso spesso dal Petrarca.

V. 111. Dentr’aggia, abbia dentro.

Vv. 113-114. Per colonna, al vago fianco pose. È il petrarchesco: «A lei di fare al bel fianco colonna», Canz., CXXVI, v. 6.

V. 115. Nardo, pianta aromatica.

V. 120. Have, ha.

V. 133. Sì rilusse, così rifulse.