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Il Canzoniere 333

     Là nei più folti faggi;
     E sospirando, verso l’orizzonte
     Mandò pur fuor quella voce dolente:
— Ahi! dove sei ascoso, o almo sole,
     90Per queste piagge sole?
     Ahi! dove sei ascoso, o almo sole,
     Che il perso gregge a’ tuoi smarriti rai
     Sen va gridando in tenebrosi guai?
     Ahi! dove sei ascoso, almo mio sole?
     95E con le chiome sparse oggi si dole
     La tua Tarpeia, e avvolta, in nera gonna
     Con quegli occhi di fuoco i sette colli
     Empie d’orror, e grida ad alta voce:
— Perchè mi avete abbandonata, o Dei?
     100Perchè da l’alto, atroce
     Mio mal, da l’alte mie ruine e crolli
     Fuggite? Ah! dove sei
     Tu che sembravi un sole?
     Che veder mi solei
     105Reina de le genti, e al mondo donna
     Di quanto vedi ove più in ciel t’estolli? —
     Ahi! dove sei ascoso, o almo sole,
     Da queste piagge sole?
Chi regge. Apollo mio, guarda chi regge
     110Le pecorelle tue: un pastor losco,
     Che perso à già nel bel paese tosco
     Il suo negletto e mal guidato gregge!
     Guarda che persa è la tua antiqua legge,
     Antico Palestin: vedrai te avanti
     115Tronche le piante ove posar solca
     La bella vigna nostra, o in pace o in guerra.
     Vedrai la sposa tua, che in su l’aurora
     Giace deserta in terra,
     Fenduto il manto che d’intorno avea,
     120E scalza ad ora ad ora
     Si muore. Ahi! perso il sole,
     Tu perderai ancora
     E la nave e le reti e pesci quanti
     Hai preso mai nel mar di Galilea.
     125Ahi! dove sei ascoso, o almo sole,