Pagina:Il Catilinario ed il Giugurtino.djvu/206

Da Wikisource.

il giugurtino 155

usarlo acconcio, perocché in grande parte era levato in alto e quasi tagliato, non avea mestieri di molto guarnimento. All’acqua fece stare la notte Siila con gente da cavallo;e egli appoco appoco li dispersi militi, e non meno turbati li nimici, sì li t agunò insieme, e poi a pieni passi li menò al colle1. E così gli re, costretti per la malagevolezza del luogo, lasciarono la battaglia. Ma non si partirono; anzi, circondato l’uno colle e l’altro di moltitudine, coti dispersi si posarono: poi, fatti spessi fuochi, molto della notte li Barbari secondo loro costume si rallegravano e allegrezza mostravano, e gridavano a grandi voci; e li loro due duchi erano feroci,perocché non fuggirono, anzi stavano come vincitori. Ma tutte quelle cose alli Romani dalle tenebre e più alti luoghi erano a vedere leggieri, e grande confortamento2. Mario medesimo, molto per la mattia de’nimici confermato3, fece fare grandissimo silenzio; e che trombette, siccome soleano a certe ore della notte, non dovessono sonare. Poi, quando s’approssimava il dì, essendo già stanchi li nimici e alquanto innanzi occupati dal sonno, subitamente fece li vetturali e quegli che delle coorti e delle turme e delle legioni erano trombettatori, insieme tutti trombe e cornette souare, e li militi levare grida, e uscire delle porte dell’oste4. Li Mauri e li Getuli, da non saputo e orribile suono di subito risvegliati, nè battaglia faceano5, nè prendeano arme, né niuna cosa fare nè provvedere poteano: sì erauo tutti spaventati di romore e di grida, niuno ajutando, li nostri contrastando, per romore e spaento e paura, quasi da pazzia, essendo compresi. Alla perfine tutti rotti e scacciati; arme e altre insegne militari molto prese: più in quella battaglia che in tutte l’altre di sopra ne furono morti; perocché dal sonno e da paura disusata fu impedita loro fuga.

CAPITOLO LXXIV.

Come Mario mollo approwedulamenle governava sua oste.

Poi Mario, siccome avea cominciato, andò a fare il verno, il quale per lo fornimento avea diliberato di fare nelle cittadi marine6. Nè per la vittoria diventò egli più pigro o negligente; ma, come fosse dinanzi alli nimici, andava con l’oste quadrata e ordinata. Siila con cavalleria nella parte destra; nella sinistra Aulo Manlio con li frombolatori e saettatori, e avea anche seco le coorti delli Liguri: primi e ultimi avea Ma

  1. 1 a pieni passi li menò al colle) Questo modo dì dire a pieni passi non è registrato, e risponde alle parole del testo pieno gradu, che par si debbano intendere a grandi passi.
  2. confort amento è lo stesso che conforto; ma oggi non è molto da usare.
  3. confermato qui vale rassicurato.
  4. e uscire delle porte dell’oste) Oste, come altrove abbiamo detto, vale ancora esercito; ma si prende pure pel campo dory è radunato Fes ere ito; e così si deve intendere in questo luogo. Non vogliamo lasciar di dire che oste in questo sentimento fu registratone! Vocabolario con un solo esempio di Vegezio e potrebbevisi aggiunger quest* altro, che è molto più chiaro.
  5. 11 testo latina ha neque fugere.
  6. marino è lo stesso che marittimo’, e così Oggi si dice più coinuneu.ente.