Pagina:Il Libro dei Re, Vincenzo Bona, 1886, I.djvu/11

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Mohl o da un celebre manoscritto del Libro dei Re che si conserva nella Laurenziana di Firenze (Catal. Assem. CII, 5). Mi sono state poi di grandissimo aiuto le correzioni fatte al testo dal Rückert che io ho accettate in grandissima parte (Zeitschrift der Deutschen Morgenländischen Gesellschaft, Bd. VIII u. X). La versione mia è la prima che si tenta in Italia, e, come versione poetica, è anche l’unica in Europa, esistendone soltanto una intera francese, ma in prosa, del Mohl, e una parziale in versi tedeschi dello Schack.

Il primo tentativo da me fatto di una versione del Libro dei Re fu quello del 1868 (Storia di Rustem e di Akván, episodio del Scháhánmeh di Firdusi, ecc.), pubblicato nella Rivista Orientale del Prof. De Gubernatis (Firenze, 1° marzo 1868). Io allora era alunno della R. Scuola Normale Superiore di Pisa. Più tardi, nell’agosto del 1870, presi a tradurre l’episodio di Sohrâb che uscì poi a Parma nel 1872, dopo avere avuto un premio dalla R. Scuola Normale Superiore di Pisa. Quell’episodio, Storia di Sohrâb, fu tradotto in gran parte a Langhirano, ricca borgata della provincia di Parma, in casa del signor Antonio Ferrari, uomo egregio, mancato pochi anni sono alla famiglia e agli amici.

A Parma, mentre io fui per otto anni professore in quel Real Collegio Maria Luigia, il lungo lavoro, quantunque con una certa lentezza, fu continuato, e in quel tempo ne mandai fuori un lungo saggio col titolo di: Racconti epici del Libro dei Re di Firdusi (Torino, E. Loescher, 1877). A Firenze, dal 1879 fino al 1885, essendo Vice-Bibliotecario della Laurenziana, la mia versione