Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/122

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occhi pieni di lacrime basato prima l’orlo de la cassetta ove la sua reliquia vi era, per ingannare altrui, con solennità voltatosi a li compagni una divota laude di Santo Luca pontificalmente cantarono. E veduto finalmente tutto il popolo stare ammirato, aperta la cassetta, de la quale uscì mirabile odore, rimossi i viluppi del zendado, e presa la reliquia, e discoperta la mano con un poco del braccio, così disse: Questa è quella felice e santa mano del fedelissimo secretarlo del Figliuol di Dio, questa è quella beata mano la quale non solo scrisse tante ecceilentie de la gloriosa Vergine Maria, ma anche la sua figura più volte in propria forma ritrasse. E volendo pi’ocedere a ricontar le lode di detto Santo. ecco da un canto de la chiesa frate Mariano da Saona col suo nuovo ordine domenichino e con grandissima importunità fattosi far loco, con alte voci gridando verso il suo frate Girolamo in cotal forma cominciò a parlare: O vile ribaldo, poltrone, ingannatore de Dio e de gli uomini, non hai tu vergogna a dire sì grande ed enorme bugia, che questo sia il braccio di San Luca, attento che io so del certo che el suo sacratissimo corpo è in Padoa tutto intiero? Ma questo osso marcio lo dei tu aver tratto fuori di qualche sepoltura per ingannare altrui: ma io me maraviglio grandemente di Monsignore e di questi altri venerabili padri chierici che ti doveriano lapidare come sei degno. l'Arcivescovo e tutto il popolo di tale novità non poco ammirati, le sue parole rimordendo, gli diceano che tacesse; né lui con tutto ciò del gridare si arrestava, anzi che tutta via più fervente si mostrava a persuadere il popolo die non gli credesse. Mentre che in tali termini stava