Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/274

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NOVELLA XVIII.




ARGOMENTO.


Un fratoccio di Santo Antonio con le ghiande incantate campa due porci da morte, la patrona gli dona una tela: viene il marito e se ne turba, segue il fratoccio per riaverla: lui il vede da lungi, butta fuoco dentro la tela, e rendela al patrone: il foco brucia la tela, e le brigate tengono che sia miracolo, conduconlo a la terra, e raduna di buona roba.


ALL’ECCELLENTE SIGNORE ANTONIO DE SANSEVERINO, DEL SERENISSIMO PRINCIPE SALERNITANO PRIMOGENITO.1


ESORDIO.


Insino a tanto, eccellente e virtuoso Signor mio, che con la mia insufficiente lira darò opera scrivendo a cantare le accumulate virtù che nel tuo giovanile e peregrino spirito dimorano come in loro conveniente seggio, ho voluto solo per arra la presen-

  1. Antonello Sanseverino, figliuolo di Roberto e di Raimonda Orsino del Balzo, successe ancora fanciullo al padre nel 1474. Divenne grande Ammiraglio nel 1477: sposò nel 1480 Costanza di Federico Ubaldini di Montefeltro, Duca d’Urbino, e nell'83 ne ebbe un figliuolo cui pose nome Roberto. Fu capo della congiura dei Baroni, e nel 1487 fuggì a Roma; tornò con Carlo VIII nel 1494, e racquistò lo Stato. Si ribellò a re Federico nel 97 e dovè fuggire un’altra volta. Morì in Sinigaglia nel 1499. Il Porzio ne fa un bel ritratto.