Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/358

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colei che tu tieni in braccio: e fa che sei savio, e che la lingua tua credendo offendere al mio onore non danneggi la tua eterna contentezza, però che quando meno te pensi te farò pascere gli occhi di non piccola soavità; e fra questo mezzo non ti sia grave all’usato modo qui condurti, che qualora io sarò acconcia per riceverti a l’usata maniera manderò per te. E tornatolo a baciare, e da lui anco infinite volte baciata, il fe’ rivestire, e chiamato il suo caro privato, e velatolo al modo usato, per più diverse strate il ritornò onde la passata sera tolto lo avea, e quivi lasciatolo se ne tornò a casa. Il giovine toltosi il velo, lietissimo e maravigliato a casa sua se n’andò; e stando quasi per infrenetichire chi fosse la donna, e niuna cosa investigare possendone, propose tale felicità col pensiero insieme non doversi occultare ad un suo unico e perfettissimo amico e compagno; e per lui mandato, il fe’ senza altra consideratione capace d’ogni suo passato accidente: il quale con lui insieme sopra tale novità travagliando e a niun modo possendo giungere al bersaglio, deliberarono tale fatto lasciarlo dal provvedimento della donna governare. L’amico che cortesano era, trovandosi un dì tra molti curiali, tra un ragionamento a un altro trascorrendo, per una strana e mirabile cosa recontò pontualmente come il fatto era passato, fingendo pure essere nel reame di Francia intervenuto: ove per avventura trovandosi il privato della donna, che, come è detto, di tutto lui era stato attore e consapevole, subito se n’andò a la donna, e con gran rincrescimento le disse ciò che dall’amico del suo amante aveva inteso. Di che lei dolente oltremisura, tenendo per fermo che se tale