Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/450

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lo avuto piacere fu subito in merore convertito, e pur col continuo tacere le si tolse da lato; e ancora che dì chiaro non fosse, se n’andò ratto dove estimava del certo che la moglie fosse: e chiamato il compagno che per cosa necessaria a lui venesse, il quale pieno di sospetto fuori uscito, gli disse: Fratello mio, de la toa sola colpa tutti doe ne abbiamo recevuto el danno e la vergogna, e semoci abbattuti a cosa che il tacere ne è più onesto che il parlarne, o farne briga non è necessario. E con grandissimo rincrescimento per ordine gli recontò la istoria come interamente era travenuta, aggiongendo che a lui parea che se la fortuna era stata favorevole a l’astutie e malignità di loro mogli, che essi a loro medesimi non volessero essere inimici e guastare in alcuno atto e diminuire la loro de tanti anni continuata amicizia; e che quello che era stato con inganno per lo innanzi, fosse per emenda del passato rencrescevole errore con comune consentimento e piacere de tutti quattro, e come per addietro aveano tutti loro beni comunicati, così per l'avvenire tra loro le mogli insieme abbottinassero. Petruccio sentendo con la bona conclusione del suo carissimo amico lui avere goduto con lei che unicamente amava, e che il fatto se terminava in amore e carità, deliberò essergli molto più caro lo conservarse l’amico, che per suo mancamento perdere il dovea, che non l’onore del mondo (il quale come oggi e chiaro se vede come cosa poco appregiata non solo se vende ma se ne fa baratto come de vilissima merce), con piacevole viso disse contentarse quanto lo molinaro per comune comodità e loro eterna quiete e pace avea già pensato. E così a non partire chiamata Cateri-