Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/358

Da Wikisource.

L’utyno politico. Socr. giov. E' pare jnfatti. 347 For. Su via dunque, esaminiamo i rimanenti- facendoci loro più vicino, acciò possiamo vederli con maggior precisione. Socr. giov. Facciamo pure. For. Ebbene, quelli che sono servi in massimo grado, a vederli dal nostro punto di vista, troviamo che hanno occupazioni e condizioni contrarie a quelle che ora ci pensavamo. Socr. giov. Quali sono questi? For. Quelli che si comperano e diventano cosi nostro possesso, i quali possiamo chiamarli E schiavi senza discussione, e che non si arrogano punto l’arte regia. Socr. giov. Possiamo certo. For. E che? Quelli degli uomini liberi i quali spontaneamente si mettono a servire al pari di coloro che abbiamo detto (i), trasportando dagli (il iojp éAev&éptov ilooi rolg vvv ó)j gtj&iìaiv eig vn>]- (ttiKljv ixdvieg ubtobg ttiuovot. Cosi il Campuell e .indie il Burnet coi codici; e vorrebbe dire: “ quelli che servono di loro libera volontà gli ora detti e questi ora detti non potrebbero essere che gli artefici delle sette arti annoverate di sopra. Ma dopo di essi anche altri sono stati nominati, perché a loro si possa riferire il vvv, e d’altra parte non si vede perchè, per esempio, i mercanti debbano prestar servigio solo a quelle sette classi, e non a tutti, il re compreso, nè perrliè si noti proprio questa molto discutibile partìco- larita. Per ciò non dubito di accettare l’emendamento dello Stallbaum, ottimo anche paleograficamente, Soot vi» jais, col quale il vi>v si riferisce agli schiavi ap- 348