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274 IL BUON CUORE


di colonizzazione adottati, le mercedi degli operai, gli scambi commerciali attivati. Io limiterò il mio dire ai doveri e interessi generali dell’emigrazione, non solo perchè il discorrere di tutti partitamente ci trarrebbe troppo per le lunghe, ma sì benanco perchè degli interessi particolari io ragionai diffusamente in altri miei scritti, e specialmente nella conferenza che tenni anche in questa città or sono dieci anni. Dò quindi tutto il tempo, che la vostra paziente cortesia mi concede, a quegl’interessi generali, che io compendio in due motti: proteggere e dirigere l’emigrazione; protezione e direzione che si esplica in azione legislativa, religiosa e filantropica, e che interessa quindi il Governo, il clero e tutti i buoni di qualsiasi partito.

Signori, in questo esame io dovrò ripetere osservazioni e citar fatti che dissi già qui e altrove, ma non è colpa mia se le osservazioni fatte ed i provvedimenti invocati non furono ancora tradotti in leggi. Del resto è cosa nota: il cammino delle idee è di una lentezza disperante, massime quando urtano interessi e passioni, ma è continuo quando le idee proposte sono giuste e di vera utilità. Insistiamo adunque, poichè ogni lentezza giunge alla meta, a condizione che la stanchezza non vinca chi se ne è fatto banditore.

Ed è per questo, o signori, che, a costo di abusare della vostra pazienza, io v’intratterrò ancora per poco su alcune mie proposte, riguardanti la legge sull’emigrazione, sul reclutamento dell’esercito, sugli agenti di emigrazione, sulle banche coloniali, e invoco non solo la vostra benevole attenzione, ma l’aiuto altresì della parola e dell’azione vostra, perchè, ciascuno nella sfera della propria influenza, voglia alla sua volta farsene propugnatore.

(Qui l’oratore spiega sue idee e progetti che furono accettati quasi tutti nella legge sull’emigrazione del 1901).

III.


I vantaggi che possono arrecare gli accennati provvedimenti legislativi sono evidenti, o signori, nè io vi insisterò; ma è del pari evidente che le leggi non bastano per sanare le piaghe che affliggono la nostra emigrazione, perchè alcune di esse sono alla natura della emigrazione stessa inerenti, altre derivanti da cause remote, che sfuggono all’azione della legge. Quindi, anche con le migliori leggi del mondo e cogli agenti di essa numerosi e perfetti, non si arriverebbe ad estirpare que’ mali. Di più, i Governi e i loro agenti sono vincolati da consuetudini e da riguardi internazionali, e certi provvedimenti o non possono usarli, o usandoli, non farebbero che inasprire i mali che si vogliono curare.

Ed è qui, o signori, che deve incominciare l’opera delle classi dirigenti; qui appunto, dove quella del Governo e della legge finisce, sconsigliando o dirigendo l’emigrazione, difendendola dagli agguati, circondandola di tutti quei conforti religiosi e civili che la rendono, contro i nemici, agguerrita e compatta, e, quasi direi, invincibile, poichè in questo caso la sicurezza di ciascuno diventa sicurezza di tutti.

Signori, quale immenso campo schiuso innanzi alla

attività del clero e del laicato in queste semplici parole: dirigere e proteggere la emigrazione! Dirigerla e proteggerla, sia rendendo più intensa l’azione dei Governo e della legge, sia surrogando le inevitabili manchevolezze dell’uno e dell’altra.

Ora, il dire che in questo decennio si è fatto nulla, sarebbe affermare cosa non conforme a verità, come non conforme a verità sarebbe il dire che si è fatto quanto si poteva e si doveva.

Le Società di protezione religiosa e civile, che sorsero e si divisero per selezione spontanea questo nuovo campo di attività, grazie a Dio non mancano.

Nel campo economico si sono andate costituendo, in questi ultimi tempi, Società di indole diversa, ma che tutte associano all’interesse privato il benessere della emigrazione. Fra queste mi piace segnalare la Società di capitalisti costituitasi in Milano collo scopo preciso della colonizzazione all’estero per mezzo appunto dei nostri emigranti. Io saluto con gioia queste nuove imprese, come sintomo di promettente risveglio della nostra attività colonizzatrice. L’intervento del capitale in cose riflettenti l’emigrazione è indispensabile quanto una buona legge, e non può mancare di procurare agli emigranti e a se stesso larghi benefici.

L’Associazione Nazionale di soccorso ai Missionari italiani, di cui è anima il vostro prof. Ernesto Schiaparelli, la Dante Alighieri che in altro campo tien vivo fra gl’italiani la patria favella, la Società di Patronato per l’emigrazione italiana, avente sede nella mia Piacenza, l’Istituto Cristoforo Colombo, Casa madre della Congregazione de’ Missionari di S. Carlo, sono istituzioni recenti e mirano tutte, più o meno direttamente, alla cura religiosa, civile e morale de’ nostri fratelli espatriati. Sono inizi confortevoli, germi promettitori. A noi, quanti siamo amanti del bene, il far sì che si sviluppino e crescano e dieno fiori e frutti copiosi.

Non è vero che il Paese nostro sia apata, o peggio scettico; basta saperlo illuminare, interessare, infondergli la fiducia, ormai stracca in ogni cuore per le continue delusioni. Le Società or ora accennate ne sono una prova.

Mi permetto di darvi alcuni dati statistici delle due istituzioni da me fondate e che trovarono sì larghe e pronte aderenze nel clero e nel laicato.

Dieci anni di vita; diciannove Comitati disseminati nei varii centri d’Italia, ove più numeroso è l’esodo migratorio; la Casa Madre in Piacenza con Seminario per gli aspiranti alle Missioni; la Missione al Porto di Genova per l’assistenza agli emigranti, diretta dal mio infaticabile D. Pietro Maldotti.

Missioni al Nord-America, con chiese esclusivamente per gl’italiani: due a New-Jork, una in Cincinnati, in New-Haven, in Provvidence, in Boston Mass, in Cleveland, in Kansas City, in Meriden Conn, in Buffalo, in Siracusa N. J., in Detroit Mich.

Nell’America meridionale: Missione centrale in San Paolo, in Encantado, nella Nuova Bassano, in Cappueras, tutte nella Diocesi di Porto Alegre; in Santa Felicitade, nella Diocesi di Spirito Santo; un’altra finalmente a Nuova Helvezia nell’Argentina. Unitamente alle Mis-