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Pagina:Il buon cuore - Anno IX, n. 40 - 1º ottobre 1910.pdf/5

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IL BUON CUORE 317


gnora Hagenbeck impose i suoi diritti... al re degli animali e Hagenbeck non potè più entrare nelle gabbie.

Nelle gabbie: dico male, perchè l’Hagenbeck ha abolito per quanto è possibile le gabbie. A Stellingen c’è libertà di movimento, abbondanza di luce, di spazio, di aria: non basta, ma si è cercato con ogni mezzo di offrire agli animali l’illusione della loro terra: rocce, tane per i leoni e le tigri; pantani per gli elefanti e i rinoceronti, e via via: per gli animali abituati a climi eccezionali vi sono ambienti con temperature adatte. Apparentemente gli animali vivono come nell’eden in una sola famiglia, in un paesaggio esotico e pittoresco; ma ogni gruppo di razza diversa è divisa da un corso di acqua largo tanto da impedire alle fiere di saltare dall’altra parte. Così le bestie possono vedersi, sentirsi; ma non possono toccarsi, e men che meno darsi reciprocamente la caccia. Così la loro vita, svanito ogni pericolo di caccia, e tolta ogni preoccupazione del cibo — l’Hagenbeck procura ai suoi fortunati ospiti zucchero, carne di bue, di cavallo e perfino di pollo — passa nel modo più tranquillo e piacevole, talchè non è raro il caso che nonostante la differenza di clima le varie specie si riproducano, ciò che invece non avviene quasi mai nelle condizioni a cui per solito si assoggettano le belve.

L’Hagenbeck offre poi alle sue belve, e a coloro che le visitano un concerto quotidiano; e convien dire che le bestie ascoltan la musica con maggior reverenza che non gli uomini: stanno zitte ed immobili, non sorbiscono il caffè, non giuocano, non scherzano. Tra un numero e l’altro ricevono visite; le signore, i bambini si aggirano intorno a loro e le ammirano ed esse si lasciano ammirare, come meglio loro talenta.

Ma ora l’Hagenbeck compirà il suo sogno colla formazione di un altro «paradiso» a Roma. Il bel cielo di Roma lo ha sedotto come una dimora deliziosa anche per le belve e specialmente per talune specie che ad Amburgo prosperano difficilmente. Così spenderà qui un milioncino per fare in una parte della villa Borghese espressamente adattata, un parco più piccolo di quello di Stellingen ma forse più bello. Quello infatti servirà pel commercio, questo esclusivamente per lo studio. Ed i lavori sono già avanzati, talchè si spera di aprire il parco quanto prima.

Il parco sorgerà precisamente ai Parioli, all’estremo limite di villa Borghese, e poco lontano da villa Cartoni dove avrà luogo l’Esposizione di belle arti. Già si delineano le varie costruzioni e si vedono accennati gli sviluppi dei viali che si snoderanno tra le aiuole.

Il viale principale superato l’ingresso, pregevole opera architettonica dell’ing. Barluzzi, lascia a dritta gli uffici della direzione in una casina di stile svizzero: poi trova subito le abitazioni dei pachidermi coronate da un parco che sarà arricchito di lussureggiante vegetazione. Subito dopo una gialla catasta di travi che forma l’ornanatura di una costruzione in cemento armato ci fa vedere come si costruisca una montagna artificiale per gli stambecchi. Di là dalla montagna di cemento armato si apre una valle — vera questa e non artificiale — poi troviamo ancora rocce per gli orsi neri, e poi un
lago dove starnazzeranno gli uccelli acquatici: cigni, pellicani, fenicotteri, cicogne d’ogni razza e d’ogni specie.

E qui avremo il riparto per il pubblico presentato esso pure in libertà come una belva qualsiasi in uno spiazzo a giardino e a bosco al quale si accede da vaste scale e che comprende un ristorante, dalle terrazze del quale si potrà agevolmente dominare tutto il mondo degli animali.

Di là del ristorante sarà il covo dei rettili, con grotte riscaldate a termosifone, e la casa dei canguri contornata da vegetazione tropicale.

Gli animali arriveranno quanto prima e poichè sommano a ben novecento saranno trasportati con tre treni speciali: pel 1911 poi l’Hagenbeck ha intenzione di presentare cento orsi bianchi ed altrettanti leoni in libertà. E ciò senza dire di cento altre curiosità che si annunciano già fin da ora. Per esempio si sa che non sarà questo soltanto un luogo di delizie per gli animali, ma che si cercherà per quanto è possibile di portarvi con criteri scientifici la flora corrispondente al luogo d’origine di ogni specie di animali, indicando con speciali targhe il nome scientifico e la provenienza di ogni specie.

Certamente all’originale e coraggioso tentativo dell’Hagenbeèk di trapiantare in Italia una propaggine della sua industria di fama mondiale non si può che augurare il miglior successo.

Guido Arosio.

Il Prefetto di Torino all’Esposizione salesiana


Mentre le giurie, elette fra le più distinte personalità delle varie professioni, stanno attivamente lavorando per l’assegnazione dei premi agli espositori della grandiosa e riuscitissima mostra internazionale delle scuole professionali ed agricole salesiane, le visite autorevoli si susseguono. Oggi si è voluto recare a visitare l’Esposizione il nostro prefetto, commendator nobile Jacopo Vittorelli, accompagnato dalla consorte nobildonna Casalini Vittorelli. I due illustri visitatori furbno accolti all’ingresso dal rettor maggiore D. Paolo Albera, dal direttore generale delle scuole professionali D. Bertello, dal direttore dell’Oratorio Salesiano D. Secondo Marchisio i quali lo accompagnarono nella visita.

Il prefetto fu veramente ammirato della grandiosa mostra e, dopo essersi congratulato col rev. D. Albera per l’alta carica alla quale lo chiamò la fiducia dei suoi confratelli, e dopo aver sentite con interesse le istruzioni di D. Bertello sui criteri didattici con cui fu ordinata l’esposizione, espresse la sua profonda ammirazione pel felice esito della nobile iniziativa e pel nuovo indirizzo teorico pratico, manifestando poi il desiderio di visitare al più presto, appena tornati i giovani dalle vacanze, le scuole professionali dell’Oratorio, in azione. All’uscita dall’Istituto il perfetto venne festeggiato dai giovani presenti, schierati in due file, mentre la banda interna suonava la marcia reale.

Alla metà di ottobre avrà luogo la premiazione; per essa il Municipio nostro diede una grande medaglia d’oro e due d’argento, la Camera di commercio diede una medaglia d’oro e una d’argento, il comizio agrario due medaglie d’argento, la Pro Torino cinque medaglie d’argento, vermeil e bronzo.