Pagina:Il canapajo di Girolamo Baruffaldi, Bologna 1741.djvu/32

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Questi giganti, che fann’ombra ogni ora,
Anzi questi papaveri superbi,
Che le bass’erbe e i teneri virgulti
320An di tener sempr’umili vaghezza
Col prepotente loro alto dominio:
Non avrian tanto di baldanza in oggi,
Se un novello Tarquinio a farne strage
Con la sferzante sua verga sorgesse.
325Ma tu puoi farlo, o agricoltor, su queste
Piante, che ti fann’ombra, e rendon trista
Nel tuo campo la canape: o se almeno
A l’interesse tuo nuoce il tagliarle
Fin da l’ima radice: e tu le svetta,
330E tu le pota, e tu le scalva, e sfronda,
Che così non avran pena di morte,
Ma quella sol d’un ostracismo brieve,
Che per qualch’anno l’ombra toglieratti,
E in signoria ti lascerà del sole.