Pagina:Il castello di Malpaga.djvu/11

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finestre invece dovettero adattarsi agli affreschi, di cui è adorna la corte centrale, e che facilmente si possono giudicare posteriori al Colleoni, poichè vi si nota quella libertà di composizione e di svolgimento, che è così caratteristico nella decorazione pittorica del secolo XVI. E tale libertà si rivela particolarmente al visitatore nella grandiosa composizione comprendente l’intero lato, a levante della corte, privo di portici, che rappresenta il Doge Malipiero nell’atto di consegnare al gran condottiero Colleoni il bastone del supremo comando, circondato da pomposo seguito, davanti la porta principale della Basilica di S. Marco, la cui facciata è trasformata in istile classico, tanto che non si riconoscerebbe, se sul loggiato non vi fossero rappresentati i quattro cavalli di bronzo del Pireo.

Questa interessante pittura è tanto deperita, massime nelle parti figurative, che non mi fu possibile ottenerne una riproduzione la quale offra un debole ricordo di quanto l’attento osservatore può distinguere sul posto.

A dare però una idea complessa del Castello, assai meglio che una descrizione, interrotta da citazioni storiche, od apprezzamenti sui fatti che vi si collegano, varranno le tavole eliotipiche che accompagnano queste pagine. — L’osservatore porterà specialmente l’attenzione sulle tavole che riproducono i porticati terreni dai quali si accede alle scale. Essi sono decorati ancora molto brillantemente con fregi e fiorami originalissimi, e pieni di quel carattere che contraddistingue le manifestazioni artistiche del quattrocento, prima che il rinascimento togliesse le ultime reminiscenze dello stile gotico. (Tav. VII, VIII, IX, X).

Anche nel porticato superiore (Tav. XII) si ripetono quei fregi così originali, a fiori ricorrenti, sotto il soffitto a guisa di cornice, e negli intradossi delle arcate, colla