Pagina:Il cavallarizzo.djvu/70

Da Wikisource.

LIBRO PRIMO 33

Et da me sarà trattata con l’autorità de’ più gravi, & eccellenti auttori, che n’habbino scritto, tra’ quali prima allegarò quel che Virgilio ne disse nel terzo della Georgica. Ma anco prima, ch’io venghi à questo mi sarà concesso, ch’io dichi, perche causa io ho allegato tanto Virgilio, & lo allegherò sempre che mi tornerà bene. Dovete sapere che questo gran Filosofo, & de tutti eccellentissimo Poeta fu Mantoano, come ancor io sono da parte di madre, & si dilettò tanto, & intese tanto di cavalli, che venuto da lo studio di Napoli in Roma, la prima amicitia che fece, fu con il maestro di stalla d’Ottaviano Augusto; & essendoli mostrato un bellissimo cavallo, il quale à giudicio di ciascuno era in aspettiatione grandissima, donato al detto Imperatore da Crotoniati, giudicò per alcuni soi segni, esser nato di cavalla infetta, & non esser bono ne degno d’Imperatore, perche non haverebbe forze ne velocità alcuna, come fu poi. Là onde fu caro a Mecenate, & ad Ottaviano sempre dipoi, & tenuto in gran credito & riputatione. Essendosi adunque Virgilio così bene inteso de’ cavalli, & essendo stato così caro amico di cavallarizzi son sforzatissimo quando non fosse mai per esser Mantoano, ne per altro: per questo almeno amarlo, riverirlo, & allegarlo. Dice adunque questo gran Filosofo, e Poeta di tutti eccellentissimo, nel terzo della Georgica.

Tu modò, quos in spem statuis submittere gentis.
Praecipuum iam inde à teneris impende laborem.
Continuò pecoris generosis pullus, in arvis.
Altius ingreditur, & mollia crura reponit.
Primus & ire viam, & fluvio, tentare minaces
Audet, & ingnoto sese committere ponti.
Nec vanos horret strepitus. Illi ardua cervix,
Argutumque caput; brevis alvus; obesaque terga:
Luxuriatque; toris animosum pectus; Honesti
Spadice, glaucique; color deterrimus albis
Et giluo. Tum si qua sonum procul arma dedere
Stare loco nescit; micat auribus, & tremit artus,
Collectumque; premens voluit sub naribus ignem.
Densa iuba, & dextro iactata recumbit in armo.
Ac duplex agitur per lumbos spina; cavatque;
Tellurem; & solido graviter sonat ungula cornu.

Li quai versi con altri, che segueno, se bene sono stati tradotti da Bernardino Dancili, il quale ha tradotto i quattro libri della Georgica, & altri ancora; nondimeno secondo me dicano questo in sostantia.

Se caval brami, che sia bello, & bono
Risguarda prima quand’è a la foresta.