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LIBRO PRIMO 39

ne e d’altri cavalli la natura e proprietà, delle quali è come quella del cavallo eccetto che non è così vigorosa & forte, ne animosa tanto; per non essere di complessione così calda; ma è generalmente più gentile, delicata & piacevole: benche ancora sia più disdegnosa. Sono communemente le cavalle gran corritrici, & massime le Arabe, le quali, dicono che, correno cento miglia in un giorno. Et noi vediamo universalmente che le cavalle correno assai veloci, & durano nel corso più delli cavalli. Hanno le cavalle quello di più dei cavalli, che nel tempo della monta si raddunano insieme, si rallegrano, & gioiscano più della compagnia, e della campagna che di prima: menano la coda più spesso, mutano la voce, mandano fuor dalla natura humor simile alla genitura, & però più sottile molto del seme de’ cavalli. Il qual’humore alcui addomandano hippomane. Ma non è però quel vero hippomane, del quale io ve ne ragionerò più sotto. Orinano anco nel predetto tempo più spesso dell’ordinario; & tra loro giocano, & fanno festa quando desiderano il coito. Et à guisa delle donne sogliono molto insuperbire delle chiome, e della coda. Di modo che per niente per questo rispetto patiscano che l’asino le salisca & cuopra; ma gl’accorti perorighi, & capi cavallari subito le tagliano i crini, & la coda, & poi le menano al fonte à bere; accio che in quello come in specchio, vedano la lor deformità & bruttezza: & visto che hanno perduto il decoro, che i crini, & la crinatura della coda le recavano: non ricusano di poi l’asino: dal quale con la cavalla si fa il mulo: si come anco dal mulo, & dalla cavalla si fanno quei cavalli piccolini che latinamente si dicano Inni, manni, & pumili, benche Paolo Mannuccio & altri dicano che dall’asina, e dal cavallo nascano sifatti ronzini, le cavalle per tutta la vita loro, & in ogni stagione vanno in amore, & appetiscano il coito. Cresuto per fin al principio del sest’anno, come fa ancora il cavallo. Alcuni affermano che le cavalle, de’ Cretensi amano tanto li lor stalloni che se gli sono tolti d’appresso, astrette dal grande amore libidinoso, lasciando la campagna, ne si lasciando approssimare alcuno, correno verso l’Aquilone, over Austro, tanto che è cosa da non credere, senza fermarsi mai: o fin che non siano del tutto stracche; overo giunte al mare; dove entrano e si bagnano molto bene. Per il che credo che sia ben fatto che le cavalle che si tengano in istalla per cavalcare, quando vanno così in amore, si debbiano cavalcare, & affaticare; & bagnarle anco assai bene, & spesso la natura di acqua fredda. Ma lo andare in amore conoscerete à molti segni, tra li quali principalissimo è quello dell’humor che gettano fuori dal lor vaso; da vedergli la natura più gonfia dell’ordinario, & nel toccarla sentirla più calda del consueto; del qual toccamento vedrete che piu se ne dilettano allhora, che quando non son calde. Vedrete anco che quando vanno in amore lasciano il magnare, è se non del tutto da qual che solcano, in parte, & si colcano &