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IL CREPUSCOLO DEGLI IDOLI



49.

GOETHE. — Avvenimento non tedesco ma europeo: tentativo grandioso di vincere il diciottesimo secolo con un ritorno allo stato di natura, con uno sforzo per elevarsi al naturale della Rinascenza, con una specie di costrizione esercitata su lui stesso dal nostro secolo. — Goethe portava in sè gli istinti più forti: la sentimentalità, l’idolatria della natura, l’antistorismo, l’idealismo, l’irreale ed il lato rivoluzionario (— questo lato rivoluzionario non è che una delle forme dell’irreale — ). Egli ricorse alla storia, alle scienze naturali, all’antico, come pure a Spinoza, e prima di tutto all’attività pratica; si circondò di orizzonti ben definiti; lungi da staccarsi dalla vita, egli vi si immerse; non fu pusillanime e, per quanto possibile, accettò tutte le responsabilità. Ciò che egli voleva, era la totalità; egli combattè la separazione della ragione e della sensualità, del sentimento e della volontà (— predicata nella più ripugnante delle scolastiche da Kant, l’antipodo di Goethe); si disciplinò per arrivare all’essere integrale; si fece da sè stesso... Goethe, in mezzo ad un epoca dai sentimenti irreali, era un realista convinto; riconosceva tutto ciò che su questo punto aveva una parentela con lui — nella sua vita non vi fu più grande avvenimento di quella ens realissimum chiamata Napoleone. Goethe concepiva un uomo forte, superiormente colto, abile a tutte le cose della vita fisica, ben padrone di sè, rispettoso della sua propria individualità, capace di arrischiarsi a godere pienamente del naturale in tutta la sua ricchezza e nella sua piena distesa, forte abba-

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